lunedì 29 marzo 2010

Sviluppi in serie

Da sempre Lost ci ha abituato ad una continua ridefinizione dei termini in cui percepiamo la vicenda narrata, on- e off-island. Continua ridefinizione lungo la quale abbiamo accompagnato i Losties, scoprendo insieme a loro come l'Isola e i suoi abitanti non fossero mai quello che erano apparsi in prima battuta. Le sei stagioni di Lost sono un progressivo zoom all'indietro, ad inquadrare sempre più vaste aree di quel mosaico che ancora sfugge ad una visione complessiva, ma che ha rivelato contorni man mano più definiti, articolati, compositi. Paradigmatica è la scena finale dell'incipit della terza stagione, che contestualizza nell'Isola il villaggio degli Altri, allargando l'inquadratura a farci riconoscere i luoghi e il momento del crash, ma anche l'inizio della seconda stagione - che parte dall'interno della Stazione Cigno per uscire verso la botola - è un dispositivo analogo, che svela, colloca, ridefinisce.
Questa modalità di progressiva messa a fuoco ha un analogo nello sviluppo in serie di cui si parla in analisi matematica: ogni funzione, ogni curva su un piano cartesiano, può essere rappresentata - vicino a un suo punto - come la somma di funzioni più semplici di grado progressivamente maggiore. In un punto dato, ogni curva è quindi, in prima approssimazione, una retta per quel punto, in seconda approssimazione una parabola, poi una cubica, e così via.
Oggi che con Ab aeterno siamo entrati definitivamente in modalità-risposte, dobbiamo attenderci un procedimento analogo da parte degli autori a proposito della natura dell'Isola e dei suoi misteri: leggiamo quindi la metafora del tappo - con cui Jacob illustra a Ricardo che cosa sia l'Isola - come la prima e più lineare approssimazione della sicuramente più complessa natura dell'Isola. Lineare non tanto nel senso di tangente alla curva, quanto nel senso di più facilmente riconoscibile e comprensibile da un bracciante delle Canarie di metà Ottocento, educato nella cattolicissima Spagna e non certo avvezzo a sottigliezze metafisiche. Pertanto, anche l'identificazione di Jacob con il Bene e della sua nemesi con il Male non è altro che la più semplice delle dicotomie, ma nulla ci dice di più di quanto già sapevamo sulla complessità del rapporto tra i due giocatori, entrambi in realtà composti di luce ed ombra, di libertà e necessità, di ragione e fede. La vera dicotomia, ciò che in ultima analisi caratterizza inequivocabilmente l'uno e l'altro, ci sarà svelata alla fine di questa sorta di sviluppo in serie, che proseguirà nelle ultime sette puntate con precisione sempre maggiore. Non aspettiamoci però - come il povero Ricardo ha fatto invano - di essere guidati nella scelta, e quindi di non avere dubbi sulla parte da prendere, delle due in gioco: il finale, se non narrativamente, sarà di certo eticamente aperto.

lunedì 22 marzo 2010

Il punto delle situazioni

Il meccanismo narrativo introdotto in questa sesta stagione di Lost è l'ultima incarnazione dello svolgimento su due piani temporali, che fin dal pilot ha caratterizzato l'intreccio della serie. Nel caso dei flash-sideways, però - rispetto ai flashback e ai flashforward - questo doppio binario narrativo acquisisce un senso vieppiù letterale, in quanto assistiamo agli eventi di due linee temporali diverse e coesistenti, che per comodità chiameremo original timeline (quella che abbiamo imparato a conoscere nelle prime cinque stagioni) e sideways timeline (quella in cui il volo Oceanic 815 non si schianta sull'Isola, e che stiamo imparando a conoscere in quest'ultimo scorcio di serie). Innanzitutto, va detto che questo concentrarsi su una sola possibile timeline parallela esclude la volontà, da parte degli sceneggiatori, di esplorare il multiverso propriamente detto, in quanto i possibili universi che - in un'interpretazione estrema ma affascinante della fisica quantistica - si generano in ogni istante per ogni stato di ogni particella sono un infinito di grado elevato e dunque assai poco allettanti narrativamente. Perché, allora, proprio questo universo parallelo? Perché così simile eppure così diverso da quello che conoscevamo già?
Cerchiamo di capire, innanzitutto, quale potrebbe essere il punto di divergenza delle due timeline. Quello che gli sceneggiatori ci danno ad intendere in LA X, proponendo per due volte la stessa scena - quella finale di The Incident - in cui Juliet percuote il nucleo della bomba jughead, è che quello sia il momento della biforcazione: in una realtà la bomba esplode (it worked!) e origina la sideways timeline, nell'altra la bomba non esplode e procede l'original timeline:




















Come è evidente dal grafico qui sopra, il passato comune ad entrambe le timeline contiene l'intervento dei Losties nel 1977, Losties che vi sono arrivati dal futuro di una sola delle due linee temporali: questo, sebbene appaia un paradosso, non dà luogo a problemi logici, perché il criterio del whatever happened happened (secondo cui è il futuro a generare il passato, senza possibilità di modificarlo) non cessa di valere in presenza di una moltiplicazione delle timeline.
Alcuni dubbi, rispetto a questo modello - a cui, ripetiamo, gli autori sembrano dare validità con la scelta del doppio incipit della 6x01 - nascono allorché si vedono Ethan e soprattutto Ben operare nella sideways timeline: al momento dell'esplosione di jughead l'uno è ancora in fasce, da poco partorito da Amy con l'aiuto di Juliet, l'altro - se anche ha fatto ritorno dalla cura degli Altri - è convalescente dopo lo sparo di Sayid. Quindi, se l'uno (Ethan) è plausibile che sia stato evacuato con donne e bambini poco prima dell'incidente (come raccomandato da Pierre Chang, che evidentemente ha messo in salvo anche la propria famiglia, visto che Miles lavora a LAPD con Sawyer nel 2004), per l'altro (Ben) la fuga in extremis poco si concilia con l'immagine serena di un ritorno scelto - e soprattutto condiviso con il padre - di cui parla con Roger durante Dr. Linus.
A quando potrebbe risalire, dunque, una biforcazione che spieghi anche queste apparenti aporie? Un'ipotesi potrebbe essere quella secondo cui è l'apparire nel 1977 degli Ajira-4 (Jack, Kate, Sayid e Hurley) l'evento che fa divergere le due timeline: in quella non perturbata da questi ulteriori intrusi del futuro, sull'Isola Ben e il padre decidono di tornare sulla terraferma, Ethan viene anch'esso portato via - ma non in una situazione di emergenza - e Sawyer e Juliet vivono ancora per qualche tempo il proprio idillio. Almeno fino allo sprofondamento dell'Isola, che non è affatto detto sia legato all'esplosione di jughead - anzi, potrebbe essere relativamente recente, rispetto al 2004. Nella timeline originale invece va tutto come ci è noto, con la probabile non-esplosione della bomba che causa l'Incidente.

Questo modello ha il pregio di giustificare una migrazione soft dei personaggi che abbiamo visto off-island, ma ha anche il difetto di contrastare narrativamente con la scelta di dare risalto all'esplosione/non-esplosione di jughead, per tacere del fatto che lo skip-back che riporta nel 2008 i Losties non riguarda solo i 4 elementi perturbatori, bensì anche tutti gli altri viaggiatori che si erano stanziati nei dharmici anni settanta. L'asimmetria tra uno skip intenzionale - che seleziona gli Ajira-4 per spedirli nel 1977 - e degli skip casuali - indotti dal giro di ruota di Ben e interrotti da quello di Locke - perde di interpretabilità quando tutti sono riallineati da uno skip apparentemente intenzionale.
C'è un'ulteriore circostanza che poteva caratterizzare la sideways timeline rispetto a quella originale: gli incontri che Jacob ha con i protagonisti parevano avvenuti tutti nella timeline originale successivamente al 1977, e quindi sembrava non esserci traccia di Jacob nella sideways timeline (motivo a cui molti hanno attribuito una maggiore serenità dei personaggi). Orbene, già avremmo dovuto capirlo quando Sawyer ne parla a Jack durante The Incident (è successo un anno fa), ma ne abbiamo avuto conferma durante Recon (Alabama 1976): Jacob incontra Sawyer al funerale dei suoi genitori un anno prima della bomba. Questo può significare due cose: o Jacob è comunque presente nel passato di entrambe le timeline, oppure - se vogliamo una sideways senza Jacob - la biforcazione è ancora precedente. Purché le due timeline non siano addirittura - come alcuni sostengono - separate ab aeterno.

domenica 14 marzo 2010

Kritik der Urteilskraft

Lost ha selezionato progressivamente il proprio pubblico. Soprattutto nel corso delle ultime tre stagioni, l'audience è stata sfrondata, prima, dei detrattori della fantascienza, e poi degli spettatori individuali per puro intrattenimento: gli uni perchè fino alla quarta stagione in qualche modo avevano sperato in una prevalenza di tematiche realistiche, gli altri perché soverchiati - in assenza di una community di riferimento - dalla complessità della trama. Con la sesta stagione è arrivato il momento dell'ultima potatura: chi sta venendo meno sono gli appassionati - anche di lunga data - convinti che Lost sia fatto soprattutto di trama, invece che di personaggi. Arrivati ad un terzo dell'ultima stagione, chi contava su una sequela di risposte dirette ai misteri, costruiti nelle cento e passa puntate precedenti, si è ritrovato di fronte a nuovi personaggi, nuovi luoghi, addirittura di fronte ad un nuovo e quantomai enigmatico dispositivo narrativo. E lo scoramento si è fatto palpabile, nei forum, nei social network, da pulpiti giornalistici più o meno autorevoli, quasi che i tempi di risposta fossero un requisito contrattuale tra sceneggiatori e pubblico. Ma gli sceneggiatori sono fondamentalmente narratori, che devono pur sempre raccontare storie avvincenti: non sarebbero tali 17 episodi che consistano in pedanti spiegoni su come e cosa e perché. Se questo è ciò che ci aspettavamo, forse abbiamo frainteso lo spirito di un racconto che è programmaticamente character-driven (con la focalizzazione su un personaggio alla volta, on-island e nei fb, ff, fs, ad esempio). I personaggi sono il fine della trama, la trama non è fine in sé stessa: per spiegarla basterebbe una puntata-documentario, per raccontarla serve tutto - anche Dogen, anche il Faro, anche i flash-sideways.
I delusi dell'ultima ora stanno mettendo le mani avanti: probabilmente resisteranno fino alla fine, ma con l'occhio scettico di chi vuol riservarsi la possibilità di dirsi preso in giro e di dire ve l'avevo detto. Chi scrive ama lasciarsi sorprendere e cerca di evitare i processi alle intenzioni: per questo cerca di evidenziare i lati positivi e non dà pareri definitivi su quelli che al momento paiono i punti deboli della narrazione. Prima ancora del rispetto per chi ci ha saputo narrare un vero e proprio mito contemporaneo, ne va della nostra intelligenza.

venerdì 12 marzo 2010

Oculus animi index

Gli occhi sono lo specchio dell'anima ... sì ... ma di quale anima?




Un'altra vita

" No, I'm serious, Ben! Who knows what you would have become? "










La tentazione

"Dr. Linus, you're not gonna say something, are you? "









Lo sbaglio

"Because you talked me into killing Jacob. "











La decisione

"Is my job, my power, that important to you ? So, what'll it be, Dr. Linus ? "










La disperazione

"But the thing that really mattered was already gone."









Guardando l'episodio ho avuto, sin dall'inizio, l'impressione che vi fosse qualcosa di diverso. Gli occhi di Ben. In alcune scene gli occhi di Ben appaiono più scuri di quanto in realtà siano. E in altre scene sono molto chiari, di un azzurro intenso e terso.

Sicché sono andata a rivedermi alcune scene clou.

Un'altra vita
Roger si chiede chi sarebbe potuto diventare suo figlio se fossero rimasti sull'isola. Noi lo sappiamo. Gli occhi di Ben sono scuri.

La Tentazione
Alex ha raccontato, al suo professore, ciò che ha visto nell'infermeria della scuola. Ben ha appena scoperto un loophole ... la tentazione si fa strada in Ben. Gli occhi sono scuri.

Lo sbaglio
Ben sta scavando la sua fossa. Perchè (F)Locke, con l'inganno, l'ha convinto ad uccidere Jacob. Ha commesso uno sbaglio. Gli occhi sono di un azzurro intenso.

La decisione
Mr. Reynolds ha appena passato la palla a Ben. Spetta a Ben decidere. Cosa scegliere? Il potere (con relativi "effetti collaterali") o il non nuocere? Gli occhi di Ben hanno due colori diversi: uno è chiaro e l'altro scuro.

La disperazione
Ben si dispera. Non è stato in grado di capire cosa effettivamente fosse importante. Ha sacrificato sua figlia per la paura di perdere il suo potere. Non se lo perdonerà mai. Gli occhi di Ben sono chiari, di un azzuro terso.

Ora ... si tratta di una pregevole scelta di regia - giocando quindi sul contrasto del chiaro e dello scuro al fine di sottolineare i diversi stati d'animo - oppure questa rappresentazione sottintende qualcosa d'altro?

Questa sesta stagione è caratterizzata dalla presenza di due realtà.
Quale e se vi sia un legame tra queste due realtà non lo sappiamo ancora. La faccenda interessante è che, nella realtà sideways, vengano presentati punti di contatto con quanto accaduto in precedenza (nella realtà on island) ai nostri beniamini.
(Jack non si ricorda di una cicatrice che in teoria dovrebbe avere dall'età di 7 anni; Kate quando sembra che Claire stia per partorire è con lei, a Ben si ripresenta il problema del "torch" - "torch Alex", "torch the island" ... )

Nell'episodio Roger rivela che sull'isola (lui e Ben) ci sono andati ma sono anche tornati indietro. Quando se se sono andati? Prima del famoso Incidente o in un altro momento?
Non saprei dirlo ma ... io credo, comunque, dopo che Sayid ha colpito il piccolo Ben.

Credo che il Ben di L.A. sia il Ben bambino colpito da Sayid, portato da Sawyer e Kate nei pressi del Tempio, preso da Richard per essere salvato ... ma "he's not ever gonna be the same again ... he'll forget this ever happened, and that...his innocence will be gone. He will always be one of us."

Dogen, riferendosi a Sayid, sentenzia: "There is a darkness growing in him and once it reaches his heart, everything your friend once was, will be gone."

Nel Ben di L.A. c'è quell'oscurità (e cerca di emergere in momenti di tentazione) ma non è riuscita ad arrivare al suo cuore. Ben ha fatto la scelta giusta. Lontano dall'isola, lontano da cattive compagnie (MIB) il lato oscuro di Ben non ha potuto prendere il sopravvento sulla parte buona.

Sì, cattive compagnie ... in due occasioni Ben ha dimostrato di rivolgersi a MIB: quando viene uccisa Alex e per essere giudicato (in relazione alla morte di Alex).
In un momento cruciale invoca l'aiuto di MIB per ottenere vendetta e in un altro si sottopone al suo giudizio proprio in vritù di quell'evento.

Perchè? Perchè Jacob non parlava con lui ... Nelle scene finali di "The Incident" Ben chiede a Jacob "What was it that was so wrong with me? What about me?!" ... perchè Ben era oscuro, perchè Ben è diventato, dopo esser stato salvato nel Tempio, il loophole di MIB.
(Jacob: "Well, you found your loophole. MIB: Indeed I did. And you have no idea what I've gone through to be here.)

Ma Ben, anche sull'isola, fa la scelta giusta ... la parte buona caccia quella oscura.
Come conciliare queste due realtà? So, teorici flashsideways, I put the ball back in your court!!!

giovedì 11 marzo 2010

Through the Looking-Glass, and What BEN Found There

ABLE ... avere l'abilità di compiere qualcosa in modo corretto.
Estendendo il concetto ... compiere la scelta giusta.

E' questo il leitmotiv della puntata "Dr. Linus". Immediatamente dichiarato, ad inizio puntata, dallo stesso Dr. Linus.
Il Dr. Linus scrive sulla lavagna ELBA ma sottilinea la parola partendo da destra dirigendosi verso sinistra.

Quasi un invito ... leggere da destra verso sinistra. E leggendo in tal modo, ELBA diventa ABLE.

ELBA (l'isola) rappresenta il vecchio Ben e ABLE (il non isola) rappresenta il nuovo Ben.
ELBA è il Ben imperatore dell'isola e ABLE è il Ben attraverso lo specchio.

ABLE è ciò che Ben ha trovato attraverso lo specchio. Un mondo contrario a quello dell'isola.
Pur essendo una persona capace è confinato nel ruolo di professore incompreso.
Si occupa amorevolmente dell'anziano padre malato. Ha a cuore il futuro della prediletta allieva Alex. E' veramente un good guy. Nulla a che vedere con Mister "I always have a plan".

E' comunque un Ben ameraggiato, probabilmente rassegnato ... sino all'arrivo del sostituto. Come un serpente tentatore, Locke [o (F)Locke?!?] instilla nell'animo di Ben la possibilità di avere qualcosa di più. Guarda questa mela lucente ... può essere tua se lo vuoi ... ma, come nella favola di Biancaneve, è una mela avvelenata ... infetta l'animo.

E Ben ABLE arriva quasi ad assaggiare questa mela. Nell'ordire il suo piano, è quasi convinto di sentirne il dolce sapore ma la realtà è diversa. Il boccone, se dovesse assaggiarla, rivelerebbe la sua vera natura ... incredibilmente amara. E messo davanti ad una difficile scelta, Ben decide di essere ABLE e non ELBA.

Il fatto interessante è che anche sull'isola, il Ben ELBA decide di essere ABLE. Fa la scelta giusta.
Nonostante il serpente tentatore si ripresenti ad offrirgli quella lucente mela, Ben decide di
rifiutare "un male già noto ad un bene non sperimentato".

venerdì 5 marzo 2010

Showdown

Se questa fosse stata una mano di poker, avremmo potuto definirla una grande mano.

Soprattutto inaspettata. Jacob aveva passato la mano e Dogen sembrava avere carte molto forti. Dogen, contro ogni possibilità, non si aspettava la chiamata del giocatore (F)Locke. Azzardo, rilancio e bluff.

(F)Locke aveva carte in apparenza più deboli ma ...

... showdown, Nemesi ha messo giù le carte ed ha vinto la mano.

Un bad beat. Un brutto colpo.

Però questa mano l'avevo già vista giocare ...

Nell'episodio "The Brig".
Locke forzando i sentimenti di Sawyer, riesce a far uccidere, da quest'ultimo, Antony Cooper. Locke non poteva farlo.

Flocke forzando i sentimenti di Sayid, riesce a far uccidere, da quest'ultimo, Dogen. Flocke non poteva farlo.

E così Locke e (F)Locke fanno eseguire ad altri un compito che essi stessi non possono portare a termine. Aspettano soltanto che tutto si sia compiuto.

Locke tornerà al campo degli Others e da quel momento inizierà il suo cammino per diventarne il nuovo leader.
Flocke entrerà nel Tempio degli Others e da quel momento inizierà il suo cammino di nuovo leader.

Ancora una volta "lost cita lost" oppure c'è qualcosa di più? Coincidenza che i due Locke in momenti decisivi utilizzino gli stessi schemi tattici?

Per Sawyer, nell'episodio "The Brig", avevamo provato pietà. L'incontro con la sua nemesi non poteva che rivelarsi fatale.
Ma Dogen non è la nemesi di Sayid. La toga bianca del candidato Sayid è ormai più nera della pece. Non vi è più ombra di candore in Sayid.

L'oscurità è ormai calata. Sayid per riavere indietro la sua amata si macchia di una colpa ... quella stessa colpa per la quale riteneva di non poterla meritare. Sempre che ... dell'amata Nadia si tratti. Come è stato fatto notare (cfr. forum Lostpedia) le donne, amate da Sayid e morte tra le sue braccia, sono due: Shannon e Nadia. Una chiara e l'altra bruna. Bianco e nero.

Ed è interessante, infine, aver rivisto insieme - nel finale dell'episodio - uno speciale terzetto.
Un uomo arrabbiato, una donna che crea "danno", un uomo vulnerabile.
Li avevamo già incontrati. Con loro c'era una madre alla disperata ricerca della creatura che le avevano portato via. Nella prima versione la donna si chiamava Danielle, nella seconda si chiama Claire.
La prima volta che li abbiamo incontrati si accompagnavano anche ad un tale di nome Bakunin. Disse che non erano sulla lista di Jacob.

E difatti ... non stanno con Jacob. E (F)Locke ha sostituito Locke. Ma è sempre arrabbiato. E, come la persona di cui ha assunto le sembianze, non sembra gradire la presenza di Kate.
Perchè Kate è colei che potremmo definire una mina vagante.
Non è bianco e non è nero. Perchè Kate è "born to run". Un cavallo selvaggio al quale è difficile se non impossibile mettere le briglia. E senza briglia è estremamente difficile esercitarne il controllo ...

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